POTERE CRUDO E TENDENZE SUICIDE
Per
chi, come me, ha vissuto la seconda ondata punk degli anni ottanta (diciamo dal
1982 al 1986), oltre all’incredibile oceano hardcore ci sono stati anche due
dischi due che hanno cambiato tutto: nulla e più stato come prima!
Ma
andiamo con ordine: il punk degli anni ottanta, il suono del punk, si è
indurito, velocizzato ed anche fratturato in tante piccole schegge impazzite!
Si
è soliti, correttamente, definire questo suono come hardcore, caratterizzato da
un velocità estrema con parecchi cambi di tempo, nessun assolo come da
tradizione punk e tanta furia iconoclasta.
Le
due scuole principali, come spesso si è verificato nella storia della musica,
dagli anni cinquanta in poi, si possono dividere in quella americana che a sua
volta si divide in costa ovest (California come modello principale) e costa est
(Washington D.C. come modello dominante), e quella inglese più politicizzata e
legata alle condizioni sociali dei più disagiati-
Ognuna
delle due scuole, come i momenti migliori e più fecondi di qualsiasi campo
artistico ed espressivo rifletteva come uno specchio la vita reale e le
condizioni della gioventù di riferimento.
In
questo approfondimento ci concentriamo sulla scena americana (Californiana in
particolare) che poi ha influenzato in maniera indelebile anche i modelli di
riferimento italiani.
Oggi,
tutti i dischi italiani di hardcore sono considerati fondamentali da tutti i
collezionisti di materiale storico di quella magica epoca e la nostra penisola
viene messa subito dopo l’America e l’Inghilterra da chiunque capisca qualcosa
di ciò che è successo.
Io,
come già anticipato, ho avuto la fortuna di arrivare al momento giusto per
vivere sulla mia pelle la seconda ondata (per la cronaca sono nato nel 1966),
quella hardcore, dalla quale mi sono fatto coinvolgere e sconvolgere
completamente frequentando per anni assiduamente il mitico Virus a Milano (di
via Correggio prima e poi nell’ultima sede della quale non mi ricordo l’esatto
indirizzo).
Questa
esperienza, fatta negli anni cruciali della mia esistenza, è stata fondamentale
perché mi ha permesso di mettermi a nudo, di sentirmi compreso e gratificato in
un periodo in cui spesso è la confusione e l’insicurezza a prendere il
sopravvento.
Grazie
al punk sono riuscito a trovare il mio posto nel mondo, a capire chi ero, che
cosa volevo e dove mi sarebbe piaciuto arrivare.
Paradossalmente,
grazie ad un movimento comunque estremo e di rottura ho fatto dell’equilibrio
la mia ragione d’essere; una ragione che ancora oggi mi accompagna nella
splendida quotidianità che mi sono costruito, prima da solo e poi con la mia donna
ideale, Paola, che condivide magicamente con me tutto questo.
Tornando
alla musica ricordo che il periodo iniziale, dall’anno 1982, è stato
incredibile con tutto un fiorire di bands che si sono ritagliate uno spazio
importante grazie anche alla capillare scena completamente indipendente ed
autogestita che si era riusciti a creare, tra mille difficoltà, in tutta
Italia.
A
quel tempo tutti i dischi italiani si prendevano direttamente dalle bands che
arrivavano con gli scatoloni pieni zeppi di vinili appena sfornati (come
fossero prelibatezze culinarie!!) e quelli stranieri si recuperavano per posta,
contattando direttamente le bands, o nei pochissimi negozi d’importazione del
periodo.
Tanti
li ho recuperati anche nel punto di distribuzione alternativo organizzato dal
collettivo del Virus in viale Orti a Milano (Virus Distribuzioni).
I
concerti erano dei veri happening dove succedeva di tutto all’insegna del
divertimento e dello sfogo più genuino: dallo stage diving (tuffi dal palco,
spettacolari anche se in alcuni casi rovinosi) al mosh alla slam dance
(vorticosa danza spastica in cerchio creando un gorgo irrefrenabile)!!
Tutto
questo davvero irreale periodo d’oro è durato sino a quando, inevitabilmente,
il suono puro e genuino dell’hardcore a iniziato a contaminarsi con altro.
Questo
secondo periodo è stato comunque favoloso dal punto di vista musicale perché ha
creato interazioni che hanno portato i germi per una esponenziale crescita
verso nuovi impensabili orizzonti.
E’
così che nel 1983 è arrivato, dal nulla, lo shock del primo album omonimo dei
SUICIDAL TENDENCIES: sin dalla cover che ritraeva Mike Muir (il cantante) e
soci appesi a testa in giù su una struttura d’acciaio e con un collage di foto
di gente della scena con camice disegnate (il fulgore del più puro D.I.Y.) in
tema SUICIDAL TENDENCIES.
Uscito
su Frontier Records il disco è il fantascientifico risultato della perfetta
contaminazione dell’hardcore migliore che si possa ascoltare con il miglior
heavy-metal possibile: è difficile da immaginare, ma pensate alla velocità,
alla furia al nichilismo, alla violenza, alla rabbia tipiche dell’hardcore
sciolte con scientifica precisione con la tecnica (ora sì fondamentale), la
precisione e la professionalità del migliore metal trash.
I
brani, tutti memorabili, mischiano in maniera mirabile il suono desertico ed
arido tipico di certe assolate zone della California (loro vengono direttamente
da Venice Beach) con la pellicola culto Un
mercoledì da leoni (film sportivo del 1978 vero e proprio manifesto dei
surfisti più incalliti).
Ho
continuato a riascoltarlo nel corso di tutti questi anni ed è rimasto, almeno
ai miei occhi, ugualmente scioccante e DEFINTIVO.
Nel
1985, un giorno dei tanti durante il quale mi sono spinto a Como a casa di Stiv
Rottame Valli per acquistare gli ultimi arrivi direttamente dall’America sono
stato colpito da un altro fulmine ugualmente devastante: l’uscita lungamente
attesa e sognata del secondo disco degli italiani RAW POWER intitolato Screams From The Gutter (Urla dalla
fogna) e consegnato alla leggenda dall’americana Toxic Shock Records
(registrato in due notti senza alcun overdubs!?!).
Anche
in questo caso la cover già dice tutto con un pazzesco disegno elettrizzante e
sconvolgente allo stesso tempo di Vince Rancid che ritrae un essere mostruoso
deformato e scarnificato all’interno di una fogna con colori incredibili!!!
Direttamente
da Poviglio (in provincia di Reggio Emilia) l’America tutta è stata rasa al
suolo, letteralmente, da quattro giovani invasati che sono riusciti, con 17
fulminanti brani, a scrivere il CAPOLAVORO ASSOLUTO di tutta una serie di
generi!!!
Nulla
è possibile né immaginare né aggiungere dopo questo disco.
Loro
ci hanno comunque provato incidendo After Your Brain, nel 1986, ma, sebbene sia comunque un gran bel disco non è
neanche lontanamente accostabile al precedente.
Certe
cose succedono e basta…
UNICHE
ED IRRIPETIBILI!!!
Reverberend
Postilla del Doom:
sottoscrivo ogni singola parola del buon Reverberend. Ho vissuto pure io quel periodo meraviglioso nel quale davvero si pensava di poter cambiare le cose (non dico il Mondo; quello cambia da solo e di solito in peggio). Non così intensamente come il Rev. purtroppo, in quegli anni uno l'ho dovuto regalare allo Stato (naja, non galera, non pensate male), tra le altre cose. Voglio solo ricordare qui un amico che non è più con noi, ma che a dispetto della sua minuta fisicità era e resta un gigantesco esempio per chi l'ha conosciuto e amato come noi. Questo post è dedicato a lui: Bernie.
Se esiste un paradiso, deve avere le sembianze del Virus. E Bernie starà pogando come un forsennato prendendoci tutti per il culo.
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