Perché siamo degli appassionati terminali di musica e lettura, prima di tutto.

Di tutto ciò che è LIBERA espressione. In un’epoca come questa dove ogni cosa è a disposizione, libera appunto, ma senza alcun tipo di controllo o di filtro, quindi difficilmente raggiungibile senza una guida, senza una direzione.

Perché è da quando abbiamo preso possesso della ragione che non smettiamo di essere curiosi, di cercare cose nuove, meno note. Non ci fermiamo MAI, davanti a niente e nessuno.

Quindi, dopo aver letto l’ennesima testimonianza di prima mano da parte di gente che non sapeva nemmeno dove stava di casa (il riferimento è Journey To The Center Of The Cramps, ovvero la biografia dei mitici Cramps di Dick Porter recentemente tradotta in Italia dai ragazzi di Goodfellas) ma era sicura di quello che faceva, ovvero riportare a galla il suono più malato degli anni ’50, quello delle B-sides di rari ed innominabili 45 giri di rockabilly; e centrifugarlo con gli horror comics e il clima urbano e degradato della New York di metà anni settanta. Erano talmente convinti che, alla fine, hanno avuto ragione loro. In barba a tutti!

E così siamo anche noi. Non ci interessa minimamente, per il momento, avere un obiettivo preciso o, meglio, un punto di arrivo. Ci godiamo il viaggio. Vogliamo condividere i nostri soliti ed insoliti ascolti e letture (tutti, per noi, ineludibilmente da CINQUE STELLE e quasi irrimediabilmente PERDUTI) con quanta più gente possibile. Nel mare magnum indistinto della rete globale occorre più che mai una guida all’ascolto ed alla lettura. Occorrono punti fermi.

Proveremo ad essere un filtro, un catalizzatore magari; con i nostri punti di vista e la nostra attitudine proveremo a fare grandi passi, ad assicurarci le cose migliori che ci sono sul nostro pianeta (per gli altri, vedremo) anche in quest’epoca confusa e infelice.

Non è cosa da poco, lo sappiamo.

Se funzionerà saranno i lettori a dirlo, che sono liberi di criticare o suggerire quello che vogliono.

Allacciate le cinture, si parte.

GLI STELLARI

giovedì 6 ottobre 2016

BRUJERIA - Pocho Aztlan
(CD Nuclear Blast)


Ricordo nitidamente che, nel lontano 1992, ero stato letteralmente devastato da un debutto, folgorante davvero, di una banda di messicani incazzati con tutti: il disco era Soul Of A New Machine e la band i FEAR FACTORY.
La loro proposta è stata fulminante per molti perché mischiavano come nessuno prima a questi livelli trash, death-metal, grind-core e musica industriale in una perfetta compattezza sonora, con la produzione dell’allora ancora poco noto Colin Richardson, vero maestro nel genere.
Fate conto che ho da sempre avuto anche una viscerale passione morbosa per libri noir come, cito uno dei vertici assoluti del genere, Il cartello di DON WINSLOW.
Immaginatevi lo stupore quando ho scoperto (allora non c’erano ancora le illimitate possibilità della rete!!) che il chitarrista DINO CAZARES dei FEAR FACTORY aveva anche un side-project di nome BRUJERIA (in messicano letteralmente stregoneria).
Ovviamente, anche se non ho mai considerato, magari sbagliando, questi generi come una priorità mi sono innamorato da subito dei SIGNORI DEL NARCOTRAFFICO, come si facevano chiamare questi loschi figuri che oltre a DINO CAZARES vantavano altre figure di spicco della scena mondiale della musica estrema legata al rock se così è ancora possibile chiamarlo.
La formazione nel corso degli anni ha cambiato parecchie volte l’organico e le uniche figure tutt’ora presenti della formazione iniziale sono il cantante Juan Brujo (John Lepe)ed il bassista (anche nei NAPALM DEATH) El Hongo (Shane Embury).
I BRUJERIA ci tengono a precisare che loro si considerano latini e non ispanici!!
Bene, non ho mai preso un album di questa band contro ogni logica e ad oggi ne vantano con quest’ultimo ben sette con tanti 45 giri ed altri prodotti minori!!
Non c’è un motivo preciso di questa mia scelta se non che esce sempre e da sempre talmente tanta musica interessante che ho preferito concentrarmi su altro.
Ad onor del vero è doveroso constatare in virtù di tutti gli sviluppi odierni che in questi generi estremi stanno accadendo cose davvero interessanti (leggi derive come atmospheric doom anche retro-rock ma anche black-metal).
Di Pocho Aztlan mi ha colpito immediatamente la cover magnifica e piena di colori forti e violenti come la loro musica.
Immaginatevi una banda di degenerati ossessionata da cose come il satanismo, il sesso violento e soprattutto le sostanze stupefacenti: proprio un bell’insieme non c’è che dire!!
Beh, se vogliamo, come evidenzia in modo netto il 45 giri Viva Presidente Trump! uscito quest’anno (vi invito a visionare l’inequivocabile immagine di copertina!!) si occupano anche di politica e non è la prima volta.
La cantilena iniziale ci introduce nel terrorismo sonoro di Pocho Aztlan dove una tempesta di granitici riffs supportata da una ritmica iper-veloce ci schiaccia letteralmente conto un muro senza via di scampo.
In Angel de la Frontera l’alternanza di ritmi sincopati e moshing è al suo apice e la tensione raggiunge il massimo valore possibile.
Plata o Plomo è un’altra carneficina sonora introdotta da un notiziario locale che ha l’effetto di alterare ulteriormente il clima iper-cinetico del brano.
Si continua senza alcun cedimento nella migliore tradizione death-grind tra la perfezione formale di Mexico Campeon e la drammatica predica di Codigos che alimenta ulteriormente il clima di assoluta violenza sonora.

Menzione speciale alla cover finale di CALIFORNIA UBER ALLES originariamente dei geniali DEAD KENNEDYS con testo cambiato per l’occasione in CALIFORNIA UBER AZTLAN.

Reverberend

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