Perché siamo degli appassionati terminali di musica e lettura, prima di tutto.

Di tutto ciò che è LIBERA espressione. In un’epoca come questa dove ogni cosa è a disposizione, libera appunto, ma senza alcun tipo di controllo o di filtro, quindi difficilmente raggiungibile senza una guida, senza una direzione.

Perché è da quando abbiamo preso possesso della ragione che non smettiamo di essere curiosi, di cercare cose nuove, meno note. Non ci fermiamo MAI, davanti a niente e nessuno.

Quindi, dopo aver letto l’ennesima testimonianza di prima mano da parte di gente che non sapeva nemmeno dove stava di casa (il riferimento è Journey To The Center Of The Cramps, ovvero la biografia dei mitici Cramps di Dick Porter recentemente tradotta in Italia dai ragazzi di Goodfellas) ma era sicura di quello che faceva, ovvero riportare a galla il suono più malato degli anni ’50, quello delle B-sides di rari ed innominabili 45 giri di rockabilly; e centrifugarlo con gli horror comics e il clima urbano e degradato della New York di metà anni settanta. Erano talmente convinti che, alla fine, hanno avuto ragione loro. In barba a tutti!

E così siamo anche noi. Non ci interessa minimamente, per il momento, avere un obiettivo preciso o, meglio, un punto di arrivo. Ci godiamo il viaggio. Vogliamo condividere i nostri soliti ed insoliti ascolti e letture (tutti, per noi, ineludibilmente da CINQUE STELLE e quasi irrimediabilmente PERDUTI) con quanta più gente possibile. Nel mare magnum indistinto della rete globale occorre più che mai una guida all’ascolto ed alla lettura. Occorrono punti fermi.

Proveremo ad essere un filtro, un catalizzatore magari; con i nostri punti di vista e la nostra attitudine proveremo a fare grandi passi, ad assicurarci le cose migliori che ci sono sul nostro pianeta (per gli altri, vedremo) anche in quest’epoca confusa e infelice.

Non è cosa da poco, lo sappiamo.

Se funzionerà saranno i lettori a dirlo, che sono liberi di criticare o suggerire quello che vogliono.

Allacciate le cinture, si parte.

GLI STELLARI

domenica 2 ottobre 2016

SYLVAINE - Wistful
(CD Season Of Mist)


Per qualche strana ragione alcuni dischi non catturano immediatamente la nostra attenzione, nonostante se ne riconosca subito il valore. Chissà, magari il momento non era quello giusto, troppi pensieri per la testa e troppe cose da fare per un ascolto dedicato ed esclusivo. Così questo secondo lavoro della cantante/polistrumentista norvegese lo avevo accantonato tra quelli da risentire, con la vaga sensazione che dall’ostrica non ne avrei ricavato alcuna perla. Beh, sono felice di potermi smentire alla grande. Dunque, non si tratta di un album di facile ascolto; anche se ultimamente vanno di moda i suoni atmosferici e post-black (e post-tutto, verrebbe da dire), Wistful non si lascia catturare facilmente.
L’iniziale Delusions procede lentamente accompagnata dalla splendida voce di Sylvaine e quella che sembra dapprima essere una nebbiosa foresta si apre sinuosamente in una distesa soleggiata e arcadica, nella quale il riverbero dolente della chitarra si insinua dolcemente, e improvvisamente ti accorgi che stai cullandoti in questo magma di suoni struggenti. Lentamente, inesorabilmente, la magica Sylvaine ci porta con sé… La melodia arriva dritta al cuore, una cascata di emozioni che termina gentilmente come la canzone.


In alcuni brani come Earthbound o In The Wake Of Moments Passed, Sylvaine utilizza un modo di cantare più aggressivo e “distante”, quasi black-metal, che non suona certo male intendiamoci, solo che in effetti non aggiunge nulla alla magia di Wistful: è l’unico, piccolo, appunto che mi sento di fare alla bravissima cantante.
Aleggia in certi momenti lo spirito dei migliori Alcest, le chitarre risplendono ed emozionano e la voce di Sylvaine è come una lama di luce che taglia le nebbie e le tenebre.
Saudade sembra figlia degli Isis post-Oceanic, ma più che un rifrangersi di onde, si ha la sensazione di un tramonto estivo che lentamente scolora in una dolce melancholia.
Non posso aggiungere altro, se non consigliare a tutti gli ascoltatori open-minded di aprire anche il cuore e lasciarsi ammaliare da Wistful.

Per quanto possa valere: è già nella mia playlist di fine anno, una classifica piena di meravigliose fanciulle, ora che ci faccio caso. Ma questa è un’altra storia.

Edvard von Doom

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