Perché siamo degli appassionati terminali di musica e lettura, prima di tutto.

Di tutto ciò che è LIBERA espressione. In un’epoca come questa dove ogni cosa è a disposizione, libera appunto, ma senza alcun tipo di controllo o di filtro, quindi difficilmente raggiungibile senza una guida, senza una direzione.

Perché è da quando abbiamo preso possesso della ragione che non smettiamo di essere curiosi, di cercare cose nuove, meno note. Non ci fermiamo MAI, davanti a niente e nessuno.

Quindi, dopo aver letto l’ennesima testimonianza di prima mano da parte di gente che non sapeva nemmeno dove stava di casa (il riferimento è Journey To The Center Of The Cramps, ovvero la biografia dei mitici Cramps di Dick Porter recentemente tradotta in Italia dai ragazzi di Goodfellas) ma era sicura di quello che faceva, ovvero riportare a galla il suono più malato degli anni ’50, quello delle B-sides di rari ed innominabili 45 giri di rockabilly; e centrifugarlo con gli horror comics e il clima urbano e degradato della New York di metà anni settanta. Erano talmente convinti che, alla fine, hanno avuto ragione loro. In barba a tutti!

E così siamo anche noi. Non ci interessa minimamente, per il momento, avere un obiettivo preciso o, meglio, un punto di arrivo. Ci godiamo il viaggio. Vogliamo condividere i nostri soliti ed insoliti ascolti e letture (tutti, per noi, ineludibilmente da CINQUE STELLE e quasi irrimediabilmente PERDUTI) con quanta più gente possibile. Nel mare magnum indistinto della rete globale occorre più che mai una guida all’ascolto ed alla lettura. Occorrono punti fermi.

Proveremo ad essere un filtro, un catalizzatore magari; con i nostri punti di vista e la nostra attitudine proveremo a fare grandi passi, ad assicurarci le cose migliori che ci sono sul nostro pianeta (per gli altri, vedremo) anche in quest’epoca confusa e infelice.

Non è cosa da poco, lo sappiamo.

Se funzionerà saranno i lettori a dirlo, che sono liberi di criticare o suggerire quello che vogliono.

Allacciate le cinture, si parte.

GLI STELLARI

giovedì 22 dicembre 2016

DATURA - Visions Of The Celestial
(CD Cranium Records)


Non sono più il genere di persona che va alla disperata ricerca di cose sconosciute o dimenticate dai più ma quando capita di scoprire cose che rispondono a queste categorie, siccome sono rimasto molto curioso, non perdo occasione di confronto e verifica. E’ una cosa che mi stimola e mi piace ancora parecchio.
Vera linfa vitale.
E’ grazie a un non meno identificato giapponese che, in rete, imprecava contro tutti i cloni dei KYUSS o stoner-derivati o post grunge cloni che sono venuto a conoscenza di questi neo zelandesi DATURA che hanno realizzato due, qui da noi completamente sconosciuti, albums di qualita’ non trascurabile (meno il primo).
Visions For The Celestial vede la luce nel lontano 1999 ma vi assicuro che cercarlo oggi è un dovere per chiunque sia stato preso da qualsiasi tipo di rock duro e psichedelico o cose di questo genere.
Solitamente il peso degli anni, soprattutto in questi generi, si sente eccome, eppure i DATURA sono davvero una band pazzesca: i loro suoni sono ancora oggi sorprendenti per un uso assolutamente smodato di wah-wah e fuzz, per dei riffs di chitarra originali, una voce memorabile, calda e struggente, e una ritmica semplice ma potente e tribale.
Immaginate un power-trio sulla scia di jam bands anni settanta come i MOUNTAIN dei primi due albums (Climbing ! e Nantucket Sleighride, entrambi del 1970) dove chitarre solide e rocciose sono sempre sugli scudi a dominare la scena ma in questo caso sono accompagnati da una voce veramente fuori dal comune (di Craig Williamson, già fondatore degli ambient-psychedelic LAMP OF THE UNIVERSE).
I brani, dall’iniziale e slow spaced out Magnetise che, come lascia intendere il titolo, risulta magnetica e irresistibile, si susseguono con sussulti più veloci in Reaching Out ma saldamente ancorati a reminescenze STOOGES mai scontate e fresche e sorprendenti.
Heavy riffs a cascata con chitarre che sembra incredibile siano state registrate a fine anni novanta e psych trip che raggiungono il punto di non ritorno nelle finali Voyage dai sapori orientali e nel vero Mantra, come da titolo, finale di quindici minuti di pura trance rock psychedelic grooves impossibile da raggiungere.
Mi stupisco veramente di non averne mai sentito ne’ letto da nessuna parte perché sono veramente una band di peso ed ascoltata oggi sono ancora incredibilmente attuali e provo un brivido sulla schiena solo all’idea di paragonarli a delle bands, anche poi diventate famose, che occupavano posti rilevanti nella scena rock degli anni novanta.
Sono i misteri del ROCK, misteri che sempre ci accompagneranno e che rendono la MUSICA sempre NECESSARIA.
C’è e ci sarà sempre questa certezza per noi appassionati di musica e di rock, sempre alla ricerca del diamante perduto nelle sabbie del tempo.
A volte sorprende anche la rete e devo ringraziare lo sconosciuto giapponese che ha permesso a me e a quanti leggeranno queste poche righe questa notevole scoperta.

ROCK DUDES…

Reverberend

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