Perché siamo degli appassionati terminali di musica e lettura, prima di tutto.

Di tutto ciò che è LIBERA espressione. In un’epoca come questa dove ogni cosa è a disposizione, libera appunto, ma senza alcun tipo di controllo o di filtro, quindi difficilmente raggiungibile senza una guida, senza una direzione.

Perché è da quando abbiamo preso possesso della ragione che non smettiamo di essere curiosi, di cercare cose nuove, meno note. Non ci fermiamo MAI, davanti a niente e nessuno.

Quindi, dopo aver letto l’ennesima testimonianza di prima mano da parte di gente che non sapeva nemmeno dove stava di casa (il riferimento è Journey To The Center Of The Cramps, ovvero la biografia dei mitici Cramps di Dick Porter recentemente tradotta in Italia dai ragazzi di Goodfellas) ma era sicura di quello che faceva, ovvero riportare a galla il suono più malato degli anni ’50, quello delle B-sides di rari ed innominabili 45 giri di rockabilly; e centrifugarlo con gli horror comics e il clima urbano e degradato della New York di metà anni settanta. Erano talmente convinti che, alla fine, hanno avuto ragione loro. In barba a tutti!

E così siamo anche noi. Non ci interessa minimamente, per il momento, avere un obiettivo preciso o, meglio, un punto di arrivo. Ci godiamo il viaggio. Vogliamo condividere i nostri soliti ed insoliti ascolti e letture (tutti, per noi, ineludibilmente da CINQUE STELLE e quasi irrimediabilmente PERDUTI) con quanta più gente possibile. Nel mare magnum indistinto della rete globale occorre più che mai una guida all’ascolto ed alla lettura. Occorrono punti fermi.

Proveremo ad essere un filtro, un catalizzatore magari; con i nostri punti di vista e la nostra attitudine proveremo a fare grandi passi, ad assicurarci le cose migliori che ci sono sul nostro pianeta (per gli altri, vedremo) anche in quest’epoca confusa e infelice.

Non è cosa da poco, lo sappiamo.

Se funzionerà saranno i lettori a dirlo, che sono liberi di criticare o suggerire quello che vogliono.

Allacciate le cinture, si parte.

GLI STELLARI

venerdì 9 dicembre 2016

CHILD - Blueside
(CD Kozmik Artifact)


I CHILD sono una giovane e ancora purtroppo sconosciuta band australiana giunta, con questo Blueside, al secondo disco dopo l’omonimo esordio di due anni orsono.
Quando avevo ascoltato, per la prima volta, il loro esordio ero sobbalzato sulla poltrona non riuscendo a capacitarmi di fronte a tanto talento messo al servizio dei brani di stupefacente freschezza in un genere, quello del rock blues anche se iper amplificato, certamente saturo e con poche prospettive di sbocco.
Non sapevo proprio cosa aspettarmi da un disco nuovo, non riuscivo nemmeno a immaginare come avrebbero potuto evolversi o semplicemente diversificare la loro formula già perfetta.
Credetemi, i CHILD sono una band P-A-Z-Z-E-S-C-A senza mezzi termini: le risposte a tutte le possibili e lecite domande sono contenute in Blueside.
Non so bene da dove iniziare ma ci provo ugualmente perché ne vale la pena.
L’opener è un brano stranamente intitolato Nailed To The Cross  (si inizia dalla fine….) che ci presenta la band al meglio in un territorio di cadenzato rock-blues con suono vintage ma saldamente ancorato alla modernità con una voce assoluta padrona della scena, calda, possente e struggente sino a quando non entra in scena una chitarra elettrica liquida e psichedelica supportata da un organo che rende il suono ancora più solido.
It’s Cruel To Be Kind prosegue con riverberi ultra-terreni di traditional blues con le vocals sempre sugli scudi che si alternano a fasi iper atomiche di elettricità dalla profondità sorprendente che si adagia su ritmi potenti e tribali.
Stupisce la scioltezza e la creativa interpretazione di standard blues ormai assimilati alla perfezione: è fondamentale il ruolo dei volumi, di un suono incredibile e dell’improvvisazione che li proietta direttamente in una dimensione spacey.
C’è un equilibrio di virtuosismi messi al servizio della canzone che rende i CHILD inarrivabili oggi in questo genere.
2000 Light Years From Home per dirla alla STONES: davvero sembrano provenire da un altro mondo.
Vorrei riuscire a iniettarmi questo sound e non separarmi MAI da esso…
E’ davvero arduo trovare parole per descrivere la finale The Man, vero punto di non ritorno per chiunque si voglia confrontare con il ROCK: MUSICA TOTALE, ecco forse solo la struttura elicoidale del dna connaturata con il mondo incontaminato e primordiale raffigurata sulla magnifica cover di questo CD può darne una possibile idea. La natura, l’essenza del blues da cui tutto è derivato e si è sviluppato, che abbraccia humus di stasi quasi ambientale per crescere in direzione elettrica con la chitarra che disegna assoli astratti ma profondamente armonici e la voce calda e sofferta che ci accompagna oltre il muro, apparentemente invalicabile, del noto.
CINQUE FOTTUTE STELLE, credetemi.

Reverberend

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