Perché siamo degli appassionati terminali di musica e lettura, prima di tutto.

Di tutto ciò che è LIBERA espressione. In un’epoca come questa dove ogni cosa è a disposizione, libera appunto, ma senza alcun tipo di controllo o di filtro, quindi difficilmente raggiungibile senza una guida, senza una direzione.

Perché è da quando abbiamo preso possesso della ragione che non smettiamo di essere curiosi, di cercare cose nuove, meno note. Non ci fermiamo MAI, davanti a niente e nessuno.

Quindi, dopo aver letto l’ennesima testimonianza di prima mano da parte di gente che non sapeva nemmeno dove stava di casa (il riferimento è Journey To The Center Of The Cramps, ovvero la biografia dei mitici Cramps di Dick Porter recentemente tradotta in Italia dai ragazzi di Goodfellas) ma era sicura di quello che faceva, ovvero riportare a galla il suono più malato degli anni ’50, quello delle B-sides di rari ed innominabili 45 giri di rockabilly; e centrifugarlo con gli horror comics e il clima urbano e degradato della New York di metà anni settanta. Erano talmente convinti che, alla fine, hanno avuto ragione loro. In barba a tutti!

E così siamo anche noi. Non ci interessa minimamente, per il momento, avere un obiettivo preciso o, meglio, un punto di arrivo. Ci godiamo il viaggio. Vogliamo condividere i nostri soliti ed insoliti ascolti e letture (tutti, per noi, ineludibilmente da CINQUE STELLE e quasi irrimediabilmente PERDUTI) con quanta più gente possibile. Nel mare magnum indistinto della rete globale occorre più che mai una guida all’ascolto ed alla lettura. Occorrono punti fermi.

Proveremo ad essere un filtro, un catalizzatore magari; con i nostri punti di vista e la nostra attitudine proveremo a fare grandi passi, ad assicurarci le cose migliori che ci sono sul nostro pianeta (per gli altri, vedremo) anche in quest’epoca confusa e infelice.

Non è cosa da poco, lo sappiamo.

Se funzionerà saranno i lettori a dirlo, che sono liberi di criticare o suggerire quello che vogliono.

Allacciate le cinture, si parte.

GLI STELLARI

giovedì 25 agosto 2016

PETER AND THE TEST TUBE BABIES
The Mating Sound Of South American Frogs
(LP Trapper Records)


Ricordo nitidamente la mia prima, di una lunga serie, visita nella capitale inglese nel lontano aprile del 1985 in compagnia del mai dimenticato Bernie, mio amico per eccellenza!
Durante quella prima mitica gita ci recammo in un, allora famoso, negozio specializzato in Camden High Road che si chiamava Rhythm e cercando tra i vari 33 giri (i CD praticamente non esistevano ancora!!) rimanemmo colpiti da un disco dei bizzarri PETER & THE TEST TUBE BABIES dal misterioso titolo The Mating Sounds Of South American Frogs uscito originariamente nel 1983!
Ricordo che era presente una sola copia che si è assicurò Bernie ed io ho sperato di trovarne un’altra, come poi è effettivamente successo in un altro negozio dei tanti allora presenti a Londra.
La cover ritrae due rane coloratissime e non lascia presagire nulla del contenuto realmente inclassificabile di tutti e undici i brani di questo misconosciuto e perduto disco.
Si parte con il reale suono gracchiante delle rane al quale si sovrappone il cristallino ed originalissimo suono delle chitarre e la voce melodica e potente che ci guida in un territorio pieno di riverberi, riffs micidiali e melodie solari e sospese tra Inghilterra punk/Oi della periferia ed un suono californiano denso di elettricità ed intricati ma molto armonici giri di chitarre e ritmi medi da mandare a memoria con estrema facilità sino alla nausea.
Si parte da One Night Stand, con i suoi cori antemici, tipici di certo Oi, che si sovrappongono egregiamente alle chitarre suonate con maestria, dal suono pulito, che alternano elettricità a tessuti acustici che non hanno nessun termine di paragone ma conservano una melodia e  memorizzazione invidiabili.
Si passa poi alla successiva Let’s Burn, dall’inizio acustico sino all’entrata prepotente ma nitida e cristallina delle chitarre con la voce, dalla pronuncia molto english working class, evocativa e sempre accompagnata da indovinati cori di supporto.
The Jinx e Blown Out Again veri picchi emozionali di tutto il disco, sono dei piccoli CAPOLAVORI assoluti di perfezione melodica, episodi irripetibili in quell’epoca di transizione tra punk evoluto, post-punk, new wave e chissà cos’altro.
L’hardcore fa’ timidamente capolino tra le melodie killer di Easter Bank Holiday ’83 ma il clima è sempre disteso e solare nella terra di nessuno.
Anche l’ironica, con tanto di fiati, Pissed Punks (Go For It) nella sua estraneità tra p-funk ed england Oi (?!)si trova perfettamente a suo agio in questi solchi caratterizzati anche da rimarchevoli coretti femminili.
Certo che andare a ripescare questo perduto e dimenticato disco sembra proprio un gesto preparato a tavolino ma vi assicuro che, oltre al mio fortissimo legame affettivo, è proprio un qualcosa di unico pensato da, va da se’, persone veramente fuori da ogni schema, non fosse altro per il nome che si sono scelti: PETER AND THE TEST TUBE BABIES…Chissa’ che fine hanno fatto… [hanno continuato a fare dischi! l'ultimo album si intitola Piss Ups (!) ed è del 2012. n.d. Doom] Comunque avranno SEMPRE un posto speciale nella mia copiosa collezione di dischi.

Spero anche nella vostra…

Reverberend

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