Perché siamo degli appassionati terminali di musica e lettura, prima di tutto.

Di tutto ciò che è LIBERA espressione. In un’epoca come questa dove ogni cosa è a disposizione, libera appunto, ma senza alcun tipo di controllo o di filtro, quindi difficilmente raggiungibile senza una guida, senza una direzione.

Perché è da quando abbiamo preso possesso della ragione che non smettiamo di essere curiosi, di cercare cose nuove, meno note. Non ci fermiamo MAI, davanti a niente e nessuno.

Quindi, dopo aver letto l’ennesima testimonianza di prima mano da parte di gente che non sapeva nemmeno dove stava di casa (il riferimento è Journey To The Center Of The Cramps, ovvero la biografia dei mitici Cramps di Dick Porter recentemente tradotta in Italia dai ragazzi di Goodfellas) ma era sicura di quello che faceva, ovvero riportare a galla il suono più malato degli anni ’50, quello delle B-sides di rari ed innominabili 45 giri di rockabilly; e centrifugarlo con gli horror comics e il clima urbano e degradato della New York di metà anni settanta. Erano talmente convinti che, alla fine, hanno avuto ragione loro. In barba a tutti!

E così siamo anche noi. Non ci interessa minimamente, per il momento, avere un obiettivo preciso o, meglio, un punto di arrivo. Ci godiamo il viaggio. Vogliamo condividere i nostri soliti ed insoliti ascolti e letture (tutti, per noi, ineludibilmente da CINQUE STELLE e quasi irrimediabilmente PERDUTI) con quanta più gente possibile. Nel mare magnum indistinto della rete globale occorre più che mai una guida all’ascolto ed alla lettura. Occorrono punti fermi.

Proveremo ad essere un filtro, un catalizzatore magari; con i nostri punti di vista e la nostra attitudine proveremo a fare grandi passi, ad assicurarci le cose migliori che ci sono sul nostro pianeta (per gli altri, vedremo) anche in quest’epoca confusa e infelice.

Non è cosa da poco, lo sappiamo.

Se funzionerà saranno i lettori a dirlo, che sono liberi di criticare o suggerire quello che vogliono.

Allacciate le cinture, si parte.

GLI STELLARI

venerdì 26 agosto 2016

RED SCARE - Then There Were None
(LP Upstart Records)


A distanza di moltissimi anni mi è rimasto impresso in maniera indelebile nella mente un brano rozzo e crudo ma che, a mio modo di vedere, era ed è la perfetta trasposizione sonora di quello che stava accadendo in America, musicalmente, nei primi anni ottanta: il brano è Red Rum ed è firmato da una misconosiuta band dal nome RED SCARE!
Questo brano era contenuto (con anche Don’t Look In The Basement) in una limitatissima compilation in cassetta, americana, che mi era stata passata dal buon Stiv (“Rottame” Valli ndr.), dal titolo Meathouse che, nel corso della mia vita, è andata persa con molte altre preziose innominabili rarità.
Era una cassetta piena zeppa di bands ai primordi e per me allora completamente ignote: ricordo, tra gli altri, i mitici Minutemen, JFA, Battalion of Saints o gli skaters Tar Babys.
Nel corso degli anni non mi sono mai preoccupato di approfondire la ricerca e sono sempre rimasto a canticchiare la canzone sopra citata ricordandola perfettamente avendo letteralmente consumato la famosa cassetta.
Mi sono imbattuto per puro caso nell’intero ed unico L.P., del 1984, dei RED SCARE (ristampato in CD nel 1995 dalla Grand Theft Audio con il titolo di As Promised con inediti e brani dal vivo in aggiunta).
Il suono è diretto e decadente, pulito ma scarno e grezzo come solo in quella magica epoca poteva succedere, un po’ per mancanza di mezzi ed un po’ perché quello era il suono che si cercava; un suono che rappresentasse in modo più fedele possibile l’impatto e l’urgenza che quel tipo di bands avevano on stage.
Classica teenage angst, l’essenza della ribellione e della rabbia giovanile convogliata in un’espressione sonora che in quel periodo veniva etichettata come PUNK ma che è sempre esistita ed è sempre andata di pari passo con gli impulsi adolescenziali ed i naturali conflitti generazionali.
Era il tipico suono dell’hardcore americano ai primordi con ritmi medi, chitarre pastose ed in questo caso la splendida voce di Bobbi Brat (dal look gotico) molto simile alla magica Siouxsie dell’indimenticabile Scream!
Mi vengono in mente compilations mitiche come Hell Comes To Your House, Tooth & Nail (veri e propri manifesti di un’epoca irripetibile!) e bands come Legal Weapon, 45 Grave, Sin 34, primi Social Distortion e successivamente bands di puro hardcore come Proletariat, N.O.TA., Shattered Faith, Code of Honor, primi Gang Green…
Gli undici  brani dell’L.P. scorrono veloci e sicuri partendo dall’iniziale Last Request dove sono presenti in due minuti tutte le frustrazioni e le insicurezze di un’età di transizione in un sound di purissimo PUNK americano con, nella parte centrale divagazioni new wave e la voce sensuale e trascinante sopra a tutto.
Condensato in mezz’ora scarsa questo disco è l’esempio perfetto di ciò che accadeva in quel periodo in cui PUNK, new wave, post punk, dark si mescolavano spontaneamente creando una miscela inedita.

Per dare un senso ad un’epoca importante, per chi c’era e chi non ha potuto esserci.

Reverberend

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