Perché siamo degli appassionati terminali di musica e lettura, prima di tutto.

Di tutto ciò che è LIBERA espressione. In un’epoca come questa dove ogni cosa è a disposizione, libera appunto, ma senza alcun tipo di controllo o di filtro, quindi difficilmente raggiungibile senza una guida, senza una direzione.

Perché è da quando abbiamo preso possesso della ragione che non smettiamo di essere curiosi, di cercare cose nuove, meno note. Non ci fermiamo MAI, davanti a niente e nessuno.

Quindi, dopo aver letto l’ennesima testimonianza di prima mano da parte di gente che non sapeva nemmeno dove stava di casa (il riferimento è Journey To The Center Of The Cramps, ovvero la biografia dei mitici Cramps di Dick Porter recentemente tradotta in Italia dai ragazzi di Goodfellas) ma era sicura di quello che faceva, ovvero riportare a galla il suono più malato degli anni ’50, quello delle B-sides di rari ed innominabili 45 giri di rockabilly; e centrifugarlo con gli horror comics e il clima urbano e degradato della New York di metà anni settanta. Erano talmente convinti che, alla fine, hanno avuto ragione loro. In barba a tutti!

E così siamo anche noi. Non ci interessa minimamente, per il momento, avere un obiettivo preciso o, meglio, un punto di arrivo. Ci godiamo il viaggio. Vogliamo condividere i nostri soliti ed insoliti ascolti e letture (tutti, per noi, ineludibilmente da CINQUE STELLE e quasi irrimediabilmente PERDUTI) con quanta più gente possibile. Nel mare magnum indistinto della rete globale occorre più che mai una guida all’ascolto ed alla lettura. Occorrono punti fermi.

Proveremo ad essere un filtro, un catalizzatore magari; con i nostri punti di vista e la nostra attitudine proveremo a fare grandi passi, ad assicurarci le cose migliori che ci sono sul nostro pianeta (per gli altri, vedremo) anche in quest’epoca confusa e infelice.

Non è cosa da poco, lo sappiamo.

Se funzionerà saranno i lettori a dirlo, che sono liberi di criticare o suggerire quello che vogliono.

Allacciate le cinture, si parte.

GLI STELLARI

mercoledì 4 gennaio 2017

ARTHUR VEROCAI - Arthur Verocai
(CD Mr. Bongo Records)


HARETON SALVANINI - SP 73
(CD Mr. Bongo Records)


Dopo la fine degli anni sessanta, periodo in cui in Brasile c’è stata la rivoluzione tropicalista, con a capo CAETANO VELOSO, GAL COSTA, ANTONIO CARLOS JOBIM tra gli altri, osteggiata e repressa in ogni modo dal governo militare che era contrario ad ogni espressione creativa e dichiaratamente contro il regime la musica ha continuato a svolgere un ruolo primario nella quotidianità di un popolo oppresso e con la voglia di reagire in qualunque modo lecito a tutto questo stato di cose inaccettabili.
Il regime ha esiliato tutti gli artisti considerati non in linea con lo status quo ovvero tutti i principali esponenti di realtà nuove che cercavano attraverso i suoni innovativi di aprire gli occhi della maggioranza silenziosa.
Ci sono comunque state le eccezioni, degli outsiders, artisti liberi e fuori controllo difficilmente etichettabili quindi difficilmente attaccabili da chiunque.
A questa categoria faceva parte ARTHUR VEROCAI che si poteva, per spirito libero e fuori dagli schemi, affiancare a figure come gli americani DAVID AXELROD e CHARLES STEPNEY che ha vissuto sulla propria pelle la rivoluzione del decennio precedente e si è proiettato verso il futuro immaginando un suono differente.
Il suo album omonimo, uscito su WARNER nel 1972, riusciva nell’intento di inglobare il meglio di quanto espresso dal movimento tropicalista di rottura con il profondo groove tipico del funk al di là da venire con equilibrati arrangiamenti orchestrali e riferimenti mirati al meglio della bossanova ed alla tipica saudade brasiliana.
Compositore, arrangiatore e polistrumentista assolutamente non catalogabile ma sempre attento all’aspetto melodico riesce ancora oggi a stupire con un attento ascolto di questo suo album omonimo che contiene preziose poesie musicate con un’intensità emotiva sorprendente e attuale.
Meno noto ma appartenente alla stessa categoria senza etichetta, HARETON SALVANINI pubblicò sempre via WARNER nel 1973, il suo esordio SP 73, altro vero e proprio album senza tempo con la stertta collaborazione dell’inseparabile fratello, direttore teatrale AYRTON.
L’intensità delle sue composizioni compare immediatamente dall’iniziale, orchestrale, Eu hoje acordei com a luz do sol che con la malinconia tipica che lo contraddistingue ci introduce alla vellutata e notturna Salamandras quieta e rarefatta.
La passione per la composizione e la volontà di spingersi sempre oltre si evidenziano in Viver e Sem nome, veri manifesti della bossa più intensa e progressiva.
Incredibile lo psych-funk-jazz di Primitivo, indiavolato strumentale degno dei migliori blaxploitation movies dei settanta americani.
Come è possibile non commuoversi immersi nella dolcezza e delicatezza dell’elegante Imagem sfocata fotografia del tempo che inesorabilmente ci sfugge di mano.
Un plauso speciale e necessario alle attenzioni di etichette come la MR BONGO che setaccia territori meno noti in cerca di veri diamanti dimenticati da tutti come questi.
Due sorprese inaspettate…

Reverberend


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