Perché siamo degli appassionati terminali di musica e lettura, prima di tutto.

Di tutto ciò che è LIBERA espressione. In un’epoca come questa dove ogni cosa è a disposizione, libera appunto, ma senza alcun tipo di controllo o di filtro, quindi difficilmente raggiungibile senza una guida, senza una direzione.

Perché è da quando abbiamo preso possesso della ragione che non smettiamo di essere curiosi, di cercare cose nuove, meno note. Non ci fermiamo MAI, davanti a niente e nessuno.

Quindi, dopo aver letto l’ennesima testimonianza di prima mano da parte di gente che non sapeva nemmeno dove stava di casa (il riferimento è Journey To The Center Of The Cramps, ovvero la biografia dei mitici Cramps di Dick Porter recentemente tradotta in Italia dai ragazzi di Goodfellas) ma era sicura di quello che faceva, ovvero riportare a galla il suono più malato degli anni ’50, quello delle B-sides di rari ed innominabili 45 giri di rockabilly; e centrifugarlo con gli horror comics e il clima urbano e degradato della New York di metà anni settanta. Erano talmente convinti che, alla fine, hanno avuto ragione loro. In barba a tutti!

E così siamo anche noi. Non ci interessa minimamente, per il momento, avere un obiettivo preciso o, meglio, un punto di arrivo. Ci godiamo il viaggio. Vogliamo condividere i nostri soliti ed insoliti ascolti e letture (tutti, per noi, ineludibilmente da CINQUE STELLE e quasi irrimediabilmente PERDUTI) con quanta più gente possibile. Nel mare magnum indistinto della rete globale occorre più che mai una guida all’ascolto ed alla lettura. Occorrono punti fermi.

Proveremo ad essere un filtro, un catalizzatore magari; con i nostri punti di vista e la nostra attitudine proveremo a fare grandi passi, ad assicurarci le cose migliori che ci sono sul nostro pianeta (per gli altri, vedremo) anche in quest’epoca confusa e infelice.

Non è cosa da poco, lo sappiamo.

Se funzionerà saranno i lettori a dirlo, che sono liberi di criticare o suggerire quello che vogliono.

Allacciate le cinture, si parte.

GLI STELLARI

giovedì 26 gennaio 2017

KLIMT 1918 – Sentimentale / Jugend
(2CD Prophecy Productions)


Sono passati otto anni buoni dal precedente lavoro dei romani Klimt 1918, e il titolo che portava (Just In Case We’ll Never Meet Again) cominciava ad essere sinistramente profetico. Per nostra fortuna la band è ritornata tra noi e con un doppio disco, oltretutto. Marco Soellner, mastermind dei Klimt 1918, ha recentemente spiegato che l’inattività del gruppo è stata una conseguenza di varie vicissitudini vissute dai vari componenti negli ultimi anni e molte di queste storie sono finite nei brani di Sentimentale / Jugend.
Dopo tre albums di elevata qualità (ed un mini cd autoprodotto) i Klimt 1918 sono riusciti nell’impresa di superarsi e di regalarci il loro apice compositivo. Erroneamente inseriti nel calderone metal, probabilmente a causa del fatto che hanno sempre inciso per labels che trattano in primis quel genere, i romani sono invece i più importanti esponenti di un suono che ha le proprie radici nel post punk degli anni ’80. E lo sono a livello internazionale: nessuno ha la loro credibilità e la loro creatività in questa materia.
Disponibile in doppio cd con formato hard book che esalta il meraviglioso artwork di Paolo Soellner ed in download digitale (ma con un brano in meno), Sentimentale / Jugend è un vero monumento sonoro davanti al quale è difficile non rimanere estasiati.
L’aria che si respira è quella a cui il gruppo ci aveva già abituato: la Berlino degli anni Settanta, la sensazione di accerchiamento e di una vita stretta da confini invalicabili, il grigiore di esistenze affogate dalla paura e dalla guerra fredda. Il titolo del disco è ispirato ad un progetto musicale che vedeva coinvolti Alexander Hacke (futuro Einsturzende Neubauten) e Christiane Vera Fleischerinow, l’autrice de Noi, I Ragazzi dello Zoo di Berlino.
Il primo cd, Sentimentale, ci culla in un magma sonoro carezzevole e sfuocato, l’iniziale Montecristo è emblematica di tutto il disco, nel suo incedere melanconico e riverberato e ci solleva fino al cielo nel suo crescendo emozionale. Lo stesso vale per La Notte, cantata in italiano, e Belvedere, le cui grigie melodie sono capaci di trasmettere sensazioni di vertigine e meraviglia. Certo, possiamo riconoscere le fonti alle quali il suono dei Klimt 1918 si abbevera: Banshees, Cocteau Twins, Jesus And Mary Chain, il dark di Sisters Of Mercy e Red Lorry Yellow Lorry, ma la personalità del gruppo ed il risultato sono ampiamente al di sopra della somma delle parti. Lo dimostra la cover di Take My Breath Away (si, proprio quella di Top Gun!) che acquista uno spessore ed un’atmosfera degne di Bowie, più che di Moroder…
Ottima la scelta produttiva di lasciare il cantato “dentro” il suono e non “davanti”: in questo modo i brani acquistano una luce riverberata ed avvolgente, come succedeva negli anni Ottanta nei capolavori indimenticati del post punk più cupo.


Il secondo cd, Jugend, inizia con la meravigliosa Nostalghia che funziona un po’ come trait d’union tra le due parti e poi si diversifica con suoni più secchi e diretti. Sant’Angelo (The Sound & The Fury), Unemployed & Dreamrunner e The Hunger Strike (dove compaiono anche i fiati ad impreziosire il tutto) sono piene di quella sensibilità pop che ha fatto la fortuna di gente come gli U2, ma sempre immerse in una liquida malinconia che fa accapponare la pelle ed esplodere di gioia il cuore. Si arriva così a Resig/Nation, forse il brano più importante del disco, di una bellezza abbacinante e a Juvenile che inietta nelle vene dei Klimt 1918 una splendida sostanza sixties, ampliando ancora il range sonoro della band.
Ultima citazione per la bellissima (avete notato quante volte ho scritto di bellezza, in riferimento a questo disco? Lo merita, eccome.) Stupenda e Miserabile Città che mette in musica le parole di Pier Paolo Pasolini (sono tratte da Il Pianto della Scavatrice): un omaggio elettrico quasi sacrale alla città di Roma, un brano da brividi, credetemi, pura emozione.
Al termine dell’ascolto si rimane come svuotati, esterrefatti e emozionati come dopo un’impresa quasi fatale. Unico rimedio: ascoltarlo ancora e ancora. Lo ripeto: Sentimentale / Jugend è un lavoro di caratura superiore, un inarrivabile Olimpo dove rifugiarsi dalle intemperie del mondo. 
Mi erano mancati molto, ora lo so.
Mi auguro solo di non dover aspettare altri otto anni per un altro disco dei Klimt 1918.

Edvard von Doom

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