Non conosco bene BO RAMSEY; l’ho conosciuto tramite i THE PINES, il progetto dell’originale interpretazione delle radici di due suoi figli.
Mi sono avvicinato a questo disco per la cover, semplice e splendida al tempo stesso.
Proprio come piace a me.
BO RAMSEY è stato largamente influenzato dal rockabilly e dal suono della mitica Sun Records (di SAM PHILLIPS) negli anni cinquanta ed è stato premiato e riconosciuto con diversi riconoscimenti ufficiali durante la sua lunghissima carriera.
Da lungo tempo si è ritirato nella natia Eastern Iowa nella sua fattoria, a contattto con la sua terra, la terra della sua musica, della sua vita.
La musica è la sua vita e lui è percorso letteralmente, oggi come allora come sempre, dal blues.
Dal dolore, dall’amore, due entità inseparabili.
Nel momento in cui stavo per accingermi all’ascolto di questo disco ho aperto la spartana busta di carta nella quale è contenuto ed ho notato che all’interno c’è un foglio: da una parte c’è una foto, in bianco e nero, un po’ sfocata (presumibilmente della fattoria di BO) realizzata da PIETA BROWN.
Beh, i contorni anneriti di questa foto e la sagoma della fattoria, nera sullo sfondo, contengono tutta la musica di questo disco: la perfetta trasposizione del blues!
Già, l’attaccamento alla sua terra è totale; del resto BO ha preferito allontanarsi dal resto del mondo, confuso ed infelice oramai costretto lentamente verso un ineluttabile declino.
Si inizia con Fly On (Part 2) deidcata a Prince Rogers Nelson (in arte PRINCE) ed subito magia pura, come fluttuare con dolcezza e profondità sull’essenza del blues.
Il suono della sua chitarra riverberata e poco altro che ci ammalia ed incanta con poche perfette note.
L’intensità emotiva di un disco come questo, un disco che non deve dimostrare niente a nessuno e che presumibilmente verrà velocemente inghiottito da tutto il rumore che lo circonda.
Un disco silenzioso, dove il suono è sempre misurato e scheletrico, dove l’eco del grande nulla, degli spazi immobili ed immensi del ventre americano è una costante immancabile.
La natura e la terra sono anch’esse due costanti nella mente di BO e, quindi, nella sua musica.
La fusione di questi tre elementi è totale ed è forse questa spontaneità ed onestà fuori da ogni perversa logica del profitto a fare la differenza.
E’ difficile da spiegare a parole ma la sensazione durante l’ascolto è di appagamento ed abbandono allo stesso tempo.
Sentite Out There ed è come essere BO che guarda dalla finestra della sua fattoria: impagabile.
Le emozioni, quando sono sincere, possono arrivare ovunque come quando ci si innamora: l’assoluto.
Solo l’attento ascolto rende giustizia alla grandezza di questi suoni che non cambieranno il corso della storia, questo è certo, ma lasceranno certamente un segno indelebile nei nostri cuori.
Eppure è solo BLUES…
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