Perché siamo degli appassionati terminali di musica e lettura, prima di tutto.

Di tutto ciò che è LIBERA espressione. In un’epoca come questa dove ogni cosa è a disposizione, libera appunto, ma senza alcun tipo di controllo o di filtro, quindi difficilmente raggiungibile senza una guida, senza una direzione.

Perché è da quando abbiamo preso possesso della ragione che non smettiamo di essere curiosi, di cercare cose nuove, meno note. Non ci fermiamo MAI, davanti a niente e nessuno.

Quindi, dopo aver letto l’ennesima testimonianza di prima mano da parte di gente che non sapeva nemmeno dove stava di casa (il riferimento è Journey To The Center Of The Cramps, ovvero la biografia dei mitici Cramps di Dick Porter recentemente tradotta in Italia dai ragazzi di Goodfellas) ma era sicura di quello che faceva, ovvero riportare a galla il suono più malato degli anni ’50, quello delle B-sides di rari ed innominabili 45 giri di rockabilly; e centrifugarlo con gli horror comics e il clima urbano e degradato della New York di metà anni settanta. Erano talmente convinti che, alla fine, hanno avuto ragione loro. In barba a tutti!

E così siamo anche noi. Non ci interessa minimamente, per il momento, avere un obiettivo preciso o, meglio, un punto di arrivo. Ci godiamo il viaggio. Vogliamo condividere i nostri soliti ed insoliti ascolti e letture (tutti, per noi, ineludibilmente da CINQUE STELLE e quasi irrimediabilmente PERDUTI) con quanta più gente possibile. Nel mare magnum indistinto della rete globale occorre più che mai una guida all’ascolto ed alla lettura. Occorrono punti fermi.

Proveremo ad essere un filtro, un catalizzatore magari; con i nostri punti di vista e la nostra attitudine proveremo a fare grandi passi, ad assicurarci le cose migliori che ci sono sul nostro pianeta (per gli altri, vedremo) anche in quest’epoca confusa e infelice.

Non è cosa da poco, lo sappiamo.

Se funzionerà saranno i lettori a dirlo, che sono liberi di criticare o suggerire quello che vogliono.

Allacciate le cinture, si parte.

GLI STELLARI

domenica 6 novembre 2016

WOLF PEOPLE - Ruins
(CD Jagjaguwar)


I WOLF PEOPLE sono un moderno e poliedrico gruppo rock, perfetto specchio della nostra epoca.
Sono inglesi, esistono dal 2010 e nell’arco di tre album (questo Ruins è il quarto) sono riusciti a definire in maniera impeccabile una formula rock che, come un prezioso diamante, è caratterizzata da molteplici ed interessanti sfaccettature.
Anche rispetto al già centrato e maturo Fain, del 2013, sono cresciuti in maniera esponenziale in tutte le direzioni.
A prevalere su tutto è sempre e comunque la solida matrice rock: tutte le altre influenze sono perfettamente amalgamate in essa.
L’album è composto da dodici episodi che mettono in evidenza la loro bravura nel prendere dal passato, sia esso il folk inglese che faceva riferimento ai FAIRPORT CONVENTION (come avviene nella bucolica meraviglia di Crumbling Dais), oppure il muro elettrico sabbathiano completamente personalizzato (negli immondi ritmi cadenzati di Night Witch) o la tradizione classica orientale paventata nei tre episodi di Kingfisher  (una specie di mantra aperti su orizzonti di infinita spiritualità) ed inserirlo perfettamente in una soluzione che spesso comprende in maniera coesa tutte queste influenze attualizzate ad oggi (Rhine Sagas, Not Me Sir, Salts Mill).
I WOLF PEOPLE sono una band dei nostri tempi, con tutte le urgenze che li contraddistinguono ed anche con una giovane mentalità (anche se giovani loro, per la verità, non lo sono più) aperta nell’inglobare ed assimilare influenze delle più disparate.
E’ una band che davvero può mettere d’accordo tutti gli amanti del rock in generale.
Di quante bands attuali si può dire questo? Sono davvero speciali, credetemi.
Non si pongono limiti ma tutte le nuove influenze vengono assorbite dalla complessa costruzione dei loro brani che sono sempre al centro di tutto e risultano sempre molto fruibili anche dal punto di vista melodico: lo stesso si può dire delle bellissime ed uniche armonie vocali a più voci, sempre in risalto e curate in ogni dettaglio.
Difficile quindi, anche volendolo fare, dare un’etichetta alla loro musica, fluida e sfuggente.
Moderno rock è indubbiamente l’unica etichetta possibile e pertanto Ruins è un disco consigliato indiscriminatamente a tutti gli amanti della musica.

Un disco importante, certamente uno dei migliori sentiti quest’anno.

Reverberend

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