Perché siamo degli appassionati terminali di musica e lettura, prima di tutto.

Di tutto ciò che è LIBERA espressione. In un’epoca come questa dove ogni cosa è a disposizione, libera appunto, ma senza alcun tipo di controllo o di filtro, quindi difficilmente raggiungibile senza una guida, senza una direzione.

Perché è da quando abbiamo preso possesso della ragione che non smettiamo di essere curiosi, di cercare cose nuove, meno note. Non ci fermiamo MAI, davanti a niente e nessuno.

Quindi, dopo aver letto l’ennesima testimonianza di prima mano da parte di gente che non sapeva nemmeno dove stava di casa (il riferimento è Journey To The Center Of The Cramps, ovvero la biografia dei mitici Cramps di Dick Porter recentemente tradotta in Italia dai ragazzi di Goodfellas) ma era sicura di quello che faceva, ovvero riportare a galla il suono più malato degli anni ’50, quello delle B-sides di rari ed innominabili 45 giri di rockabilly; e centrifugarlo con gli horror comics e il clima urbano e degradato della New York di metà anni settanta. Erano talmente convinti che, alla fine, hanno avuto ragione loro. In barba a tutti!

E così siamo anche noi. Non ci interessa minimamente, per il momento, avere un obiettivo preciso o, meglio, un punto di arrivo. Ci godiamo il viaggio. Vogliamo condividere i nostri soliti ed insoliti ascolti e letture (tutti, per noi, ineludibilmente da CINQUE STELLE e quasi irrimediabilmente PERDUTI) con quanta più gente possibile. Nel mare magnum indistinto della rete globale occorre più che mai una guida all’ascolto ed alla lettura. Occorrono punti fermi.

Proveremo ad essere un filtro, un catalizzatore magari; con i nostri punti di vista e la nostra attitudine proveremo a fare grandi passi, ad assicurarci le cose migliori che ci sono sul nostro pianeta (per gli altri, vedremo) anche in quest’epoca confusa e infelice.

Non è cosa da poco, lo sappiamo.

Se funzionerà saranno i lettori a dirlo, che sono liberi di criticare o suggerire quello che vogliono.

Allacciate le cinture, si parte.

GLI STELLARI

venerdì 30 settembre 2016

CURTAINS OF NIGHT - Lost Houses
(CD Courtains Of Night)


Sono arrivato a conoscere questi strepitosi CURTAINS OF NIGHT grazie alla nuova (dal 2012) creatura di Nora Rogers, ovvero i SOLAR HALOS (recuperate assolutamente il gotico e maestoso gorgo di sludge rock contenuto in Migration, esordio lungo targato 2014 via Devouter Records).
Ma facciamo un passo indietro, una volta tanto, ed andiamo a cercare dove sono le radici degli incredibili SOALR HALOS, una band che sembra uscita da un racconto di Flannery O’Connor o di un William Faulkner più fosco e plumbeo!
I CURTAINS OF NIGHT sono mostruosi; sembrano un condensato di DEAD MEADOW, SLEEP, BLACK SABBATH sino ad arrivare ai BUZZ O’VEN più rabbiosi.
Una creatura tentacolare nelle salde mani di Nora Rogers l’indiscussa leader della band: la voce della Rogers si avvicina ad un pugno nello stomaco, avendo come paragone soltanto le cose più sofferte degli EYEHATEGOD. Non una band per tutti, avrete inteso.
Se amate l’America, quella raccontata dai poco raccomandabili personaggi che abitano le strade blu, quelle non segnate sulle cartine geografiche ufficiali, troverete pane per i vostri denti.
Storie di ordinari perdenti, sconfitti dalla vita: persone nate semplicemente dalla parte sbagliata.
Nessuno è innocente.
Nora Rogers sembra costretta a sanguinare, letteralmente, da una vita a senso unico: il senso sbagliato!
I sei brani che compongono questo E.P. lungo (29 minuti realizzato nel 2009) trasudano southern-sludge-rock da tutti i pori.
Il suono è devastante, quadrato ed, anche se fatto in casa, caldo e voluto con parti vocali rabbiose e folli, ai limiti della pazzia pura.
Così DEVE essere, la rappresentazione perfetta dei nati perdenti dispersi nel grande nulla americano, dimenticati da tutto e da tutti, senza alcuna speranza, perché la speranza non è certo presente in alcuna forma in questi strazianti suoni distorti e grezzi.
Il clima asfissiante che si respira in Lost Houses traspare immediatamente dai fischi degli amplificatori che aprono Living Forest sommersa da monotoni riffs e ritmi claustrofobici ed un’elettricità iper satura che riempie ogni spazio.
Inizia Golden Arrows ed è ancora la saturazione elettrica a prendere il sopravvento su tutto, ma qui il clima è ancora più scuro e lento: lentamente si scende nell’inferno che può essere questa nostra vita con la batteria di Lauren Fitzpatrick che incalza e sorregge il muro elettrico.
L’apertura di Lost Houses ancora ci ipnotizza con un feedback di distorsioni che inaugura le isteriche elucubrazioni psicotiche di Nora Rogers ed i suoi deliri.
Rabbia pura, cieca.
La distruttiva Total Domination ci fa letteralmente arretrare in un angolo, protetti dai muri dietro di noi: l’incedere tribale è mozzafiato ed affoga in un mare di riffs chirurgici e senza scampo.
La formula viene riproposta pedissequamente in tutti i brani, con sfumature leggermente differenti (più crepuscolari nella finale Gather The Horses)  ma la sostanza rimane sempre inalterata per non trattenere nulla: tutta la rabbia e la disperazione di una generazione persa emergono prepotentemente da ogni momento di questo vero e proprio tormento elettrico.
Credetemi, difficile trovare di meglio se volete perdervi nell’America che nessuno vuole raccontare per paura di aprire una voragine difficilmente colmabile.
Nora Rogers è letteralmente una forza della natura.
Ed ora possiamo aspettare con impazienza e curiosità nuovi parti del mostro SOLAR HALOS sicuri che alla fine del tunnel ci attenderà solo buio senza silenzio e pace.

Buon ascolto miei cari.

Reverberend

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