Perché siamo degli appassionati terminali di musica e lettura, prima di tutto.

Di tutto ciò che è LIBERA espressione. In un’epoca come questa dove ogni cosa è a disposizione, libera appunto, ma senza alcun tipo di controllo o di filtro, quindi difficilmente raggiungibile senza una guida, senza una direzione.

Perché è da quando abbiamo preso possesso della ragione che non smettiamo di essere curiosi, di cercare cose nuove, meno note. Non ci fermiamo MAI, davanti a niente e nessuno.

Quindi, dopo aver letto l’ennesima testimonianza di prima mano da parte di gente che non sapeva nemmeno dove stava di casa (il riferimento è Journey To The Center Of The Cramps, ovvero la biografia dei mitici Cramps di Dick Porter recentemente tradotta in Italia dai ragazzi di Goodfellas) ma era sicura di quello che faceva, ovvero riportare a galla il suono più malato degli anni ’50, quello delle B-sides di rari ed innominabili 45 giri di rockabilly; e centrifugarlo con gli horror comics e il clima urbano e degradato della New York di metà anni settanta. Erano talmente convinti che, alla fine, hanno avuto ragione loro. In barba a tutti!

E così siamo anche noi. Non ci interessa minimamente, per il momento, avere un obiettivo preciso o, meglio, un punto di arrivo. Ci godiamo il viaggio. Vogliamo condividere i nostri soliti ed insoliti ascolti e letture (tutti, per noi, ineludibilmente da CINQUE STELLE e quasi irrimediabilmente PERDUTI) con quanta più gente possibile. Nel mare magnum indistinto della rete globale occorre più che mai una guida all’ascolto ed alla lettura. Occorrono punti fermi.

Proveremo ad essere un filtro, un catalizzatore magari; con i nostri punti di vista e la nostra attitudine proveremo a fare grandi passi, ad assicurarci le cose migliori che ci sono sul nostro pianeta (per gli altri, vedremo) anche in quest’epoca confusa e infelice.

Non è cosa da poco, lo sappiamo.

Se funzionerà saranno i lettori a dirlo, che sono liberi di criticare o suggerire quello che vogliono.

Allacciate le cinture, si parte.

GLI STELLARI

martedì 6 settembre 2016

THE CLAP - Have You Reached Yet?
(LP Nova Sol Records)


Niente cazzate da quattro soldi: non conoscevo questa band!
Me l’ha fatta ascoltare, con indifferenza, un amico dopo averla scovata non ho idea dove.
Cazzo, mi ha illuminato dentro questo disco del 1972 (anche se Greg Shaw dice che è stato ufficialmente prodotto nel 1971).
Arrivano direttamente da fantastici scritti su BOMP fanzine di Greg Shaw, dal sacro graal…
Sono cinque ragazzi allo sbando dai dintorni di L.A. che hanno imparato a suonare direttamente scimmiottando i dischi mentre li ascoltavano dal loro scalcinato impianto stereo e ad un certo punto hanno deciso di mettere tutto su disco.
Hanno fatto una cosa così, di getto, inconsapevoli che dei pazzi come noi sarebbero andati ad analizzare ogni loro gesto e avrebbero dato tutta una serie di importanti significati ad una serie di cose che forse, anzi certamente, non erano nate per quello scopo.
Sostanzialmente Have You Reached Yet? contiene dieci brani di puro rock’n’roll degenerato.
Oggi, si tratta di operazioni di pura archeologia musicale alla ricerca (questioni di lana caprina!!) della band capace di focalizzare simultaneamente il meglio del meglio del rock’n’roll di ogni epoca prima di tutti… Che perversione mentale, ma tant’è.
Nei CLAP troverete, in un colpo solo, le scheletriche e dolorose ballate artsy-punk dei VELVET UNDERGROUND più tossici (la title track in apertura), l’essenza dei ROLLING STONES a venire (siamo nel 1972 anno in cui è stato pubblicato il sommo capolavoro Exile On Main Street) in Out Of The Shadows con anche forti influenze dei migliori sixties di SHADOWS OF KNIGHT (già mi immagino le masturbazioni di uno come GREG PREVOST che ha sempre sognato di formare una band come questa andandoci vicino con i suoi CHESTERFIELD KINGS)…
Da pelle d’oca, degni dei migliori STONES con un fantastico suono in mono ma real raw and dirty come il PUNK ci avrebbe insegnato per la storia a venire…
Si prosegue con Sweet Smell Of Success densa di umori garage-sixties con trasversali assoli di sax (tanto STOOGES) e di armonica (per non dimenticare anche i forti sapori roots): da lacrime agli occhi, credetemi!
Middle Of The Road, il punto di non ritorno: PURA EROINA di tossici maniacalmente immolati sull’altare del PUNK/ROCK’N ROLL ed in culo al mondo tutto. Dopo un brano come questo non è realmente possibile dire e scrivere più nulla perchè tutto è già stato detto.
Ed invece veniamo letteralmente ammazzati dalla malinconia e disperazione, tipica dei reietti, che pulsa nella ballata post-apocalittica che è Get While You Can.
Non è finita: My Imagination e le lacrime scorrono copiose sulle note copiate letteralmente da Out Of Time (da Aftermath anno 1966, STONES naturalmente) ma con l’urgenza ed i suoni che furono poi del PUNK, che furono IL punk.
Insomma, come avrete capito, al cuor non si comanda e se pensate che sia triste passare una domenica a cinquant’anni ascoltando a nastro le psicotiche frustrazioni di cinque tossici andate pure a prenderlo in culo.
I DON’T CARE ABOUT THIS FUCKIN’ WORLDSulle note di Stop Torturing Me

Messaggio chiaro…

Reverberend

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